Diario: Pasquale Zagaria alla Commissione Unesco

Mi unisco alla moltitudine a cui sono cadute le braccia per la nomina dell’82enne attore pugliese Pasquale Zagaria  – in arte Lino Banfi – come rappresentante del governo nella commissione italiana dell’UNESCO.
Non è certamente una delle mosse più gravi dei pentaleghisti  – Di Maio è il suo  sponsor – ma è una scelta  che la dice lunga su come ragionano i M5S, o quantomeno i loro uomini comunicazione.
Molti si sono scandalizzati o hanno sbeffeggiato Banfi collegandolo ai  personaggi da lui interpretati nella sua lunga stagione di star della commedia sexy.  Ma è sbagliato: un attore è un professionista, può passare da ruoli comici a ruoli drammatici, in un film essere quello che salva  il mondo e in un altro un campione di scorregge. Nella maggior parte dei casi non inventa lui Il personaggio, non scrive lui le sue battute. E può farti scompisciare dalle risate sullo schermo ed essere un uomo (o una donna) tristissimo nella vita.
Quindi è Pasquale Zagaria che dovrebbe essere considerato, nel chiedersi se ha  le qualità e le competenze richieste da un incarico così impegnativo.
Ognuno può valutare la sua biografia da un lato (1) e il ruolo che è chiamato a svolgere dall’altro (2), ed esprimere il proprio giudizio.
Io mi chiedo come sia possibile che un MoVimento che combatte i privilegi e le raccomandazioni, e sventola  la meritocrazia  ogni due per tre, abbia scelto  per quella carica un attore famoso anzichè un esperto del nostro patrimonio storico e culturale.