Codice Minniti. L’emergenza umanitaria non sono i migranti. Siamo noi.

“Immigrants” by Alireza Pakdel, Iranian artist.

Voglio conservare queste risposte al Codice Minniti e ai  discorsi che siamo costretti a sentire. Sono scritte da persone diverse, persone che raccontano  quello che provo e che mi fanno sentire meno sola  di fronte a questo disastro. Un’emergenza umanitaria, non per i migranti in pericolo nel mare, ma per noi, massa  di sciagurati indifferenti. (interventi di Guido Viale, Roberto Saviano, Marco Revelli, Tomaso Montanari) (AMBM)

Ricorda, non sei straniero sei solo povero.
Se fossi ricco non saresti straniero in nessun luogo.(MamAfrica)

Guido Viale – da il Manifesto  6 agosto 2017

Ong, in difesa dei giusti

Migranti. A chi cerca di sottrarre i profughi a un destino di sofferenza e morte andrebbe riconosciuto il titolo di “Giusti”. Invece vengono trattati come criminali, sempre più spesso con un linguaggio che tratta le persone salvate e da salvare come ingombri, intrusi, parassiti e invasori da buttare a mare

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Se fossimo ancora quelli di una volta

e pensare che solo l'11 settembre scorso abbiamo fatto marce a piedi scalzi in tutta Italia

e pensare che solo l’11 settembre scorso abbiamo fatto marce a piedi scalzi in tutta Italia

Se fossimo ancora quelli di una volta, non avremmo sopportato neanche un momento la notizia che in Danimarca il  parlamento aveva deciso di prendere  ai profughi quel poco di valore  che erano riusciti a portare con sè.

Non avremmo sopportato che qualcuno volesse portare via a uomini donne bambini che avevano ancora addosso la paura e la guerra, quei pochi pezzi di sè,  come ai condannati  che entrano in prigione.  Qualcuno  voleva prendere  anche le loro  fedi nuziali.

Se fossimo ancora quelli di una volta, avremmo gridato, protestato. Saremmo andati in tanti sotto le ambasciate di quel paese che dicono il più felice del mondo. A dire che solo un paese di gente infelice può pensare una cosa simile. L’ infelicità di chi non sa più vedersi negli altri, capire il dolore e la  paura,  e aprire le braccia  per curare le ferite.

Se fossimo ancora quelli di una volta avremmo pensato di fare qualcosa, perchè questa notizia non scivolasse via nel mare delle cose fastidiose in cui navigano ogni giorno le nostre esistenze. L’avremmo tirata fuori, mostrata a tutti, perchè tutti capissero che quella non era una notizia come le altre.

Era l’inizio di qualcosa di molto brutto. Un segnale che la storia ci ha insegnato che troppo spesso viene ritrovato  solo con il senno di poi. Quando qualcuno si chiede, ma perchè nessuno ha detto, perchè nessuno si è ribellato, perchè nessuno ha gridato?

Se fossimo ancora quelli di una volta l’avremmo fatto.

Anna Maria Bianchi Missaglia